Ci sono passioni che attraversano i confini del tempo, Luciano Ligabue è il primo rocker italiano capace di farmi sussultare per davvero. E’ vero, prima di lui Vasco aveva già solcato una scia, ma pur apprenzadolo tanto non me ne sono mai curato particolarmente. Del Liga si, è stata vera passione. Il tempo lo ha consacrato alla musica italiana, oggi è una star, non so quanto ancora rock, ma è una star. Continuo a pensare che il vero Liga si sia fermato a “Buon Compleanno Elvis!” e checchè se ne dica nessun album mi ha mai emozionato di più di “Sopravvissuti e Sopravviventi” di qualche anno prima; Al solo pensier di sentire la batteria di Gigi Cavalli Cocchi ancora mi vengono i brividi. Ringrazio Alessandro Marra per avermi concesso ispirato questa piccola introduzione-riflessione a questo suo bel pezzo sui Lambruschi modenesi, buona lettura. (A. D.)
«Lambrusco e popcorn, un bicchiere di vigna e un vassoio di mais già scoppiato»: così cantava Luciano Ligabue quasi vent’anni fa, era il 1991. Bello il pezzo, anche se, in effetti, mi sono sempre chiesto se Lambrusco&Pop Corn fosse solo un abbinamento musicale o qualcosa di più. Che così, a pensarci un po’, starebbero pure bene assieme, con il rosso mosso a sgrassare la bocca unta e ri-unta dagli scoppiettanti chicci di mais. Certo, c’è lambrusco e lambrusco. E, soprattutto, di lambroosky – come dicono sul 2.0 – ce n’è un bel po’: maestri, marani, montericco, viadanese, salamino di santa croce, grasparossa e sorbara.
Nel mio caso, se ho cominciato a ripensare questo «pezzo di mondo» (per dirla alla Liga…) è stato grazie agli assaggi di Terre di Vite, la bella manifestazione che si è svolta nel febbraio scorso in terra modenese; e al Vinitaly di aprile, quando è stata presentato al pubblico il Simposio dei Lambruschi, neo-nata associazione di otto produttori del modenese: Azienda Agricola Paltrinieri Gianfranco, Azienda Agricola Tenuta Pederzana, Azienda Agricola Villa di Corlo, Azienda Vinicola Ca’ Berti, Azienda Vinicola Fiorini, Azienda Vitivinicola Fattoria Moretto, Podere il Saliceto Società Agricola e Società Agricola Vezzelli Francesco, decisi a mettere in mostra “le affinità dell’eccellenza“.
Forse, anzi togliete pure il forse, sarebbe il caso di rimetterlo a tavola questo rosso, tanto conosciuto all’estero quanto bistrattato in patria: non solo a Capodanno, quando lo zampone, il cotechino e le lenticche lo chiamano a gran voce; ma anche nella quotidianità, magari accanto ai maccheroni al gratin di una che conosco io.. Che il mio pezzo suoni – quindi – come un invito, uno sprone a curiosare nel modenese (e poi ancora nel parmigiano, nel reggiano e nel piacentino): chè di lambruschi, e di non-lambruschi, ce n’è tanti, per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Quelli che vi propongo sono cinque assaggi del modenese, con la promessa di riparlarne ad ottobre quando farò di sicuro ritorno a Levizzano Rangone per To Be Lambrusco, evento che ospiterà anche i lambruschi del Mosaico piacentino e del Convito di Romagna.
Lambrusco di Modena L’Albone 2009 Podere Il Saliceto Gian Paolo Isabella lo trovi spesso su Vinix e a Vinitaly l’ho conosciuto di persona. Il suo lambrusco prende il nome dalla vigna che si estende lungo il vecchio argine del fiume che scorre a Campogalliano. La vinificazione contempla una macerazione pre-fermentativa a freddo per 3-4 giorni (al fine di ottenere una maggiore estrazione di colore e di tannini) e la fermentazione in autoclave. Blend di salamino di santa croce (70%) e sorbara (30%): del primo ha le caratteristiche note di frutta rossa dolce e di viola, del secondo la mineralità. Il risultato è un vino d’un violaceo piuttosto intenso e con una discreta componente alcolica (12.63%). In più lo mandi giù che è una bellezza per quanto è fresco. Lungo, naso/bocca spiccicati, persistente, con una piacevole trama tannica. Prezzo e numeri piccoli piccoli.
Lambrusco di Sorbara Corte degli Attimi 2009 Fiorini. L’azienda è di quelle che hanno vissuto quasi un secolo e produce anche l’aceto balsamico tradizionale di Modena. Il primo assaggio di questo sorbara in purezza soffriva di “imbottigliamento del giorno prima” ma il secondo ha convinto: bello e luminoso il colore rubino, affascinante la spumetta iniziale. Dal naso si capisce che spinge molto sulla freschezza e sulla mineralità (che è poi uno dei tratti distintivi del sorbara): i profumi non sono particolarmente intensi ma, quello sì, eleganti. Il sorso – invece – è secco, molto fedele alle sensazioni olfattive di amarena, ribes rosso e violetta; leggerino per componente alcolica (11%). Venticinquemila bottiglie, boccia più boccia meno, sotto i 10 euro.
Lambrusco di Sorbara Leclisse 2009 Paltrinieri, si scrive senza l’apostrofo dopo la elle ed è anche questo un sorbara in purezza, ottenuto dall’areale tradizionalmente più vocato, quella striscia di terra che sta in mezzo ai fiumi Secchia e Panaro che è conosciuta come “la zona del Cristo”. Lo fanno solo nelle annate migliori: del millesimo 2009 si contano all’incirca dodici mila bottiglie. Tratti olfattivi elegantissimi di lampone e melograno, di rosa e violetta. Il colore è scarico (se lo si paragona ad esempio al grasparossa): ma è questa un’altra peculiarità del vitigno. Da’ il meglio di sè in bocca dove il gusto è secco e si concede con una bellissima persistenza di lampone. I dodici gradi fanno il loro mestiere egregiamente riportando ad equilibrio le accese sensazioni di freschezza che altrimenti stonerebbero. Di grande, grandissima bevibilità.
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Robusco 2009 Ca’ Berti. Il grasparossa di Gian Matteo Vandelli (lui, invece, lo trovi spesso e volentieri su faccialibro) l’avevo già provato a febbraio; e anche lui, in quell’occasione, aveva detto a chiare lettere di essere ancora in fasce. Il tempo ha dato i suoi frutti perchè a Verona, due mesi dopo, era in gran forma. A voler essere precisi, nell’uvaggio ci sarebbe anche un 15 per cento di malbo gentile, vitigno che nemmeno sapevo esistesse e che ho saputo esser stato soltanto da poco recuperato dopo che con il boom delle ceramiche era stato spiantato negli anni ’60. Le uve utilizzate provengono da un vigneto di 45 anni e il risultato è un vino molto rotondo, in cui il malbo gentile arriva dove il grasparossa non può arrivare per la sua bassa acidità e i tannini poco eleganti. In bocca è molto gradevole; come pure al naso, in verità, dove dominano i profumi di viola mammola e amarena, con un grado alcolico del 12%. Ne produce circa settantamila bottiglie e lo porti a casa con 8-9 eurini se non vado errato.
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Monovitigno Fattoria Moretto. Come da tradizione, il cru dell’azienda non riporta l’indicazione dell’annata in etichetta. Le uve – coltivate secondo i canoni dell’agricoltura biologica – provengono da un piccolo appezzamento di viti vecchie più o meno cinquant’anni, con una resa per ettaro che non supera i 50 quintali: una miseria se si pensa alle quantità tollerate dai disciplinari di produzione. Nel bicchiere mostra una spumetta generosa e un leggero residuo zuccherino si insinua nel sorso coerentemente a quell’impronta dolciastra dei profumi, intensi e giocati sulle note di fragole, rose e violette. Apprezzabile l’intensità e la durata delle prestazioni al palato, con dodici gradi di alcool.
Buon viaggio, allora…
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23 luglio 2010 alle 10:05 |
Beh, che dirti Angelo daccordissimo su tutto ed emozionato per aver trovato un altro fan di Liga, pensa che al suo primo LP (Ligabue 1990) qui a Caserta per averlo (all’epoca rigorosamente in vinile) il negozio me lo ha dovuto ordinare. Poi per quel che riguarda il Lambrusco io applicherei la teoria di Angelo Peretti mettendolo nella schiera de cosiddetti “vinini” forse scontato ma tanto piacevole……. grazie di esistere, ma solo per gli abbinamenti “ideali” che fai 🙂
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23 luglio 2010 alle 13:26 |
Bè, “vinini” ci sta tutto…
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23 luglio 2010 alle 10:55 |
Beh, Alessandro non risulta mai scontato, ha una qualità che negli Amici di Bevute sembra essere una costante. L’abbinamento poi è magistrale, come il Liga di quel tempo.
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23 luglio 2010 alle 12:04 |
Naturalmente complimenti anche ad Alessandro per la sua ispirazione!…… ma noi tre (parole di Alessandro) non dovevamo organizzare un Vinix Live in Campania?….. Magari su colonna sonora del Liga……. Che ne dite?……
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23 luglio 2010 alle 13:14 |
Colpa mia, sempre strapreso ho accantonato tutto!
Ma io ci sto ancora, “vinix live” è già da qualche mese un “post-it” sul mio desktop. Dobbiamo farlo!
Non so se avete dato un’occhiata a quello che c’è in programma il 21 agosto a Faedo: è una bomba! http://www.vinix.it/myDocDetail.php?ID=4284
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23 luglio 2010 alle 12:07 |
Caro Salvatore, dal 2 Novembre, possiamo fare quello che vuoi.
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23 luglio 2010 alle 12:49 |
Beh, lambrusco si lambrusco no, eppure io continuo a preferire il Gragnano.
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23 luglio 2010 alle 13:03 |
Gragnano for ever. Non dovrebbe mai mancare sulle nostre tavole, ma non gode certo della stessa visibilità del Lambrusco, o dei Lambroosky come li chiama Alessandro.
Due versioni sempre alla moda per bene facile e bene, mettiamola così…
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23 luglio 2010 alle 13:16
Sì, in effetti la visibilità non è la stessa.
Però se Angelo ci vuole fare un “Sud a Nord” sul Gragnano io lo ospito volentieri (così non ci facciamo mancare nulla…) 😉
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23 luglio 2010 alle 12:53 |
Un vino decisamente delizioso, spesso bistrattato, concordo. Ma perchè dire spumetta. Ho bevuto dei Lambrusco che hanno una spuma davvero consistente, prendete per esempio l’Otello…
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23 luglio 2010 alle 13:20 |
Ciao Monica,
hai assolutamente ragione, era solo perchè mi sembrava un termine più “leggero”. Dopotutto chi scrive è un appassionato e basta… 😉
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23 luglio 2010 alle 13:46 |
Sud al Nord? Ma certo! C’ho già fatto un pensiero, ma sono costretto a programmarlo per fine stagione sennò qua tra il lavoro e famiglia mi ammazzano se gli rubo altro tempo. Dopo tutto questo blog si nutre di sola passione 😉
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23 luglio 2010 alle 14:54 |
Bene, ci conto! 😀
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23 luglio 2010 alle 16:30 |
Ti distrai un attimo e gia’ 13 post…. Ma sud a nord cosa intendete c’è spazio o avete già fatto tutto, poi Angelo dal 2 Novembre non mi piace facciamo dal 3 …..;-)
e poi il Gragnano non lo si può paragonare al Lambrusco non perché uno sia meglio dell’altro ma sono 2 cose differenti, un Po come, scusatemil paragone accostare Baggio a Maradona classe cristallina entrambi ma differenti
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23 luglio 2010 alle 16:33 |
A proposito fatemi sapere per Vinix live io ho già qualche idea……
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23 luglio 2010 alle 18:53 |
In effetti, il piccolo spazio che Angelo – a mani giunte – mi ha concesso l’ho chiamato “Nord a Sud”. “Sud a Nord” sarebbe l’atto secondo che spero Angelo possa davvero fare e che ospiterei ben volentieri sulle mie paginette, a cominciare dal Gragnano! 😉
Per il Vinix Live si può fare, l’ho detto. Mi sembra di capire che a novembre si possa cominciare ad organizzare
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23 luglio 2010 alle 18:47 |
Ciao , Alessandro ti ringrazio per le belle parole e ringraziare i bei commenti di questo bel Blog!!! Il Lambro della mia terra è un vino molto sottovalutato un po’ per molti errori fatti nel passato da “furbi ” produttori :):) ora è il momento di invertire la rotta e noi ci proviamo: basse rese per ettaro – 60 q.li/ha – vendemmia manuale e grande attenzione in cantina, il lavoro è lungo ma noi non molliamo!Anzi ne approfitto per quanti vorranno venire con Alessandro alla nostra festa il 16 – 17 ottobre saranno i benvenuti a Levizzano-MO- .
un caro saluto a tutti. Gian Paolo http://www.podereilsaliceto.com
P,S. Se organizzate un vinix in Campania io vi porto il Lambrusco :):)
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23 luglio 2010 alle 19:29 |
Ok adesso mi e’ tutto più chiaro allora io continuo a pensare e poi a Novembre ci si vede semmai in una puntata a Sud di Alessandro…..
A proposito ma quest’anno ci sarai a Grandi vini da piccole vigne?
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23 luglio 2010 alle 22:17 |
Sì, ci sarò. Ci vediamo lì. Magari viene anche Angelo! 😉
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23 luglio 2010 alle 22:41 |
Castelvenere la porto nel cuore, e poi mi lega una stima profonda per Luciano e Pasquale Carlo, ma è di venerdì ed il fine settimana ahimè sono sempre profondamente “immerso” nel lavoro qui a Capri.
In merito al Gragnano, Salvatò non ho ben capito quale sia Maradona e quale sia Baggio!
Per il resto, 13 commenti? Vorra dire che L’Arcante in quanto tale qualcosa di buono sa comunicare, tutti sono ben accetti a confrontarsi su queste pagine. Senza confronto non si è nessuno!!
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24 luglio 2010 alle 06:43 |
Assolutamente e ne sono convinto il tuo blog e’ seguito proprio perché dietro c’è una persona che scrive senza interessi come dicevamo in qualche altro post…….
Poi per quanto riguarda il paragone con Baggio e Maradona, sono consapevole che per cuori partenopei come Diego non c’e’ nessuno…… ma sono 2 grrandi espressioni di calcio diverse tra loro proprio come il Gragnano ed il Lambrusco principi dei vini “frizzanti”.
Mi dispiace che a Castelvenere non ci sarai…..
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24 luglio 2010 alle 07:24 |
🙂
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9 marzo 2011 alle 14:10 |
[…] Marra di questa simpatica iniziativa messa su da Gian Paolo Isabella di Podere Il Saliceto (leggi anche qui ), in collaborazione con due blogger d’eccezione, Andrea Percorsi Di Vino Petrini e Daniela […]
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25 marzo 2011 alle 09:38 |
[…] Lilly Avallone ha pensato e realizzato questa ricetta in virtù del concorso indetto da Podere Il Saliceto in collaborazione con due blogger d’eccezione, Andrea Petrini di Percorsi Di Vino e Daniela […]
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